25 maggio 2020
Carissimi ragazzi e genitori
questa comunicazione serve a fugare ogni dubbio sul fatto che la società ASD Niguarda Calcio sia presente
e attenta ad ogni possibile aggiornamento da parte delle autorità riguardanti il nostro sport.
Abbiamo ricevuto molti messaggi in merito a una possibile riapertura dei nostri due campi per una ripresa
dell’attività sportiva dei nostri tesserati e a riguardo vogliamo essere molto chiari
Il NIGUARDA CALCIO ha un prima e irrinunciabile priorità la tutela della salute e la sicurezza dei propri
tesserati e al momento non ci sono ancora le condizioni organizzative per una ripresa in sicurezza di
attività anche semplicemente assimilabili ad allenamenti
Sapete della possibilità di fare allenamenti sul campo in gruppi di 4 giocatori più istruttore
per volta, senza ovviamente l’uso degli spogliatoi, ma questo ci sembra infattibile,
per concedere almeno 30 minuti ad ogni gruppo, avremmo bisogno di un numero di istruttori che non
abbiamo, ne spazio e tempo sufficiente da concedere a tutti i ragazzi.
In questi tempi sbandati noi come altre società abbiamo solo un punto di riferimento: i comunicati e le
linee guida della federazione che al momento , purtroppo , non risolvono il problema del distanziamento
tra persone in campo.
Come si può pensare che bambini delle categorie Esordienti, Pulcini o Primi Calci possano giocare stando
lontani gli uni dagli altri ?
Seguiremo costantemente l’evoluzione della situazione per comunicare tempestivamente eventuali
ulteriori aggiornamenti, ma la situazione per tutte le ASD è molto seria.
Ci tenevamo a sottolineare due ulteriori punti
L’ASD NIGUARDA CALCIO è un’associazione dilettantistica con un’unica missione : dare la possibilità a tutti i
ragazzi di imparare a giocare a calcio in libertà e divertimento , e non può ricoprire ulteriori scopi
ricreazionali anche in questi tempi molto anomali .
Ultimo punto, ma non certo meno importante che ci teniamo a chiarire è la responsabilità del presidente
della società, responsabilità civile e penale sui possibili contagi dei suoi iscritti.
Il presidente potrebbe essere responsabilizzato se gli atleti vivessero permanentemente al centro, ma un
eventuale contagio fuori dal campo di gioco che poi si ripercuota sugli altri atleti o istruttori al momento
dell’allenamento non può e non deve essere responsabilità del presidente.
Certo bisogna trovare una soluzione, ma non possiamo essere noi a trovarla.
Con affetto, cordialmente
il presidente
Carlo Braghiroli