In un mondo che guarda sempre di più all’individuo, è sempre bello vedere cosa si può fare quando un gruppo di persone decide di mettere da parte l’io in luogo del noi. Perché nella vita, così come nello sport, le difficoltà esistono, e quando le cose non vanno per il verso giusto è più facile venire fuori con l’aiuto di un gruppo che non ti lascia mai solo. È successo in campo, dove i nostri ragazzi hanno risposto colpo su colpo ai loro avversari, recuperando e ribaltando più volte la partita, e riuscendo a vincerla per 4-3. È successo fuori dal campo, dove due fantastiche società, due splendide tifoserie come Niguarda Calcio e Partizan Bonola hanno deciso di guardare oltre al rettangolo verde. Se nei 90 minuti incoraggiare un compagno, cantare a squarciagola possono fare la differenza, immaginiamoci cosa può fare tendere una mano a chi, dall’altra parte del mondo, lotta ogni giorno per salvare una vita. Da qui, il gesto congiunto di donare l’incasso della partita a Emergency, per fornire un aiuto concreto a loro e alla popolazione palestinese a Gaza. Per una domenica, non abbiamo pensato a essere buoni giocatori o grandi tifosi. Abbiamo pensato a essere delle brave persone. E se delle brave persone decidono di condividere, aiutarsi e sostenersi a vicenda, allora sì che avremo fatto qualcosa di grande. Perché non si può essere un buon giocatore o un grande tifoso se non ci sente parte di un gruppo. Perché non si può essere un buon giocatore o un grande tifoso se non si è una brava persona.
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